Nei tempi in cui la psiche
era orientata escatologicamente anche i viaggi lo erano.
Dagli abissi infernali si perveniva nella regione celeste
e a un lungo e periglioso viaggio in mare seguiva
l'approdo alla nova terra, l'isola felice, Itaca... E' in questo spazio intermedio, in cui sono crollati templi e oracoli, che il Wanderer trova la sua patria, la sua vita. (tratto da:" Wanderung. Il viaggio dei romantici." Patrizio Collini. Elementi Feltrinelli) |
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O boschi belli al
mio fianco dipinti sul verde pendio dove io mi dirigo e mi aggiro: dove ogni ferita del cuore un dolce riposo compensa se in me si fa buio. Ma fin dall'origine, arte, pensieri, costarono pena. ... (tratto da "la passeggiata" Friedrich Holderlin. Gli Adelphi) |
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Segretamente ogni sorta di pensieri e
d'idee seguono di soppiatto colui che passeggia, cosi' da
obbligarlo, mentre cammina compassato e attento, a
fermarsi e a restare in ascolto, poiche', completamente
stordito da strane impressioni, dalla potenza degli
spiriti, si sente a un tratto come magicamente
sprofondare nel suolo, mentre davanti agli occhi
abbagliati e smarriti del pensatore-poeta si spalanca un
abisso. (tratto dall'amatissimo Robert Walser: "la passeggiata". Adelphi.) |
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il
movimento quindi come modo di mettersi in relazione con
il mondo. il movimento del wanderer, passeggiare,
girovagare senza meta, vagabondare come modo per entrare
in uno stato di osservazione che si stacca dalla
necessita', dalla nostra sopravvivenza. muoversi come camminare, lento scorrere senza meta che ci permette di trascendere l'abitudine. c'e' ancora un passaggio pero'. un passaggio che possa descrivere il mio modo di vedere la wanderung e del perche' di una wanderung digitale. |
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E giungo nelle distese e negli ampi
ricettacoli della memoria, dove si trovano i tesori di
immagini senza numero accumulati da ogni genere di cose
percepite. Ivi sta riposto anche il frutto del nostro
pensiero, quando aumentiamo o diminuiamo o comunque
variamo le nostre sensazioni, o qualunque altra cosa vi
sia stata depositata in riserva e che la dimenticanza non
abbia ancora assorbita e sepolta. ... Tutto cio' si svolge al mio interno, nella sala immensa della mia memoria. ... E gli uomini se ne vanno a contemplare le vette delle montagne, i flutti vasti del mare, le ampie correnti dei fiumi, l'immensita' dell'Oceano, il corso degli astri, e non pensano a se stessi ... (tratto da: capitolo VII, Le confessioni, Agostino. BUR) |
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Noi
siamo il nostro cervello. Ma qual e' la storia naturale
del cervello? Come e' diventato cio' che e'? La biologia
ci insegna che i soli organismi viventi che hanno
sviluppato un cervello sono quelli dotati di attivita'
motoria. Perfino il verme piu' semplice, o l'invertebrato
marino piu' primitivo, ha un sistema nervoso. D'altro
canto, le piante non hanno sistema nervoso. E infatti le
piante non hanno neppure attivita' motoria. Ma perche' c'e' bisogno di un cervello per muoversi attivamente? Perche' noi siamo costretti a spostarci all'interno di una rappresentazione del mondo esteriore. Non possiamo andare alla cieca, sarebbe troppo pericoloso! Occorre avere un'idea di quello che c'e' nell'ambiente. Possiamo, quindi, affermare che il cervello si e' sviluppato per consentire agli animali di muoversi. La
coscienza e' un sogno limitato dalla realta'. (tratto da un intervento di Rodolfo Llinas nel CD-ROM sul Cervello edito da Le Scienze) |
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lo spazio quindi NON e' piu' necessariamente quello fisico, reale e neppure quello umano o naturale ma il luogo del movimento e' solamente il cervello e, a volte, la memoria. il movimento diventa quindi auto-osservazione: non auto-analisi in quanto non c'e' un fine, una verita', un'unita' piu' o meno nascosta da scoprire: semplicemente un quieto osservare e un eterno muoversi, un eterno fluire dentro quegli spazi che sono il nostro universo: le nostre isole create da noi stessi per abitarci. il mondo che
ci siamo creati. il mezzo digitale e' l'unico, credo, che possa descrivere in tutte le sue facce gli aspetti di questo mondo interiore, che ne permetta la non-finitezza, che offra la possibilita' di muoversi senza obiettivo. la wanderung digitale non e' un'opera di "realta' virtuale" in quanto non esiste nulla che possa essere definito tale. |
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perche'
non esiste via d'uscita, viviamo chiusi in una stanza e
dipingiamo il mondo e l'universo sulle pareti.
(tratto da "storia dell'assedio di lisbona" di jose' saramago. bompiani) |
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l'unica liberta' che ci e' concessa e' il passeggiare in questa stanza. | |
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