roberto gilli poesia digitale
l'orafo, un piccolo poema in cinque quadri
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LA TERRA (l'inverno)
Tante stagioni hanno eroso la terra,
tanti raccolti hanno dato, con giusti
colori, pace agli sguardi piangenti.
Corpo di vecchio che stanco si afferra
tenace a piccole cose, in angusti
pensieri stretto, in ricordi morenti.
Vivo e rimango, respiro ed aspetto,
di tutto piango e poi tutto accetto.
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L'ACQUA (l'autunno)
Dormo e ti bacio, una goccia di pioggia
che bagna il mare con tutto il suo amore,
che scioglie il corpo da dove è sbocciata.
Dormo e ti sogno e la mano si appoggia
sul volto mentre aspettiamo il candore
del sole, luce che dona donata.
Dimmi la voce che vuoi che diventi,
dimmi le cose che sai e che più senti.
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IL FUOCO (l'estate)
Vivo fratello del sole e del fuoco,
corro per strade assolate cercando
stanchezza e sonno che sappia appagarmi.
Porto le cose nel regno del gioco,
muto le cose che vedo scappando,
che vedo vita e futuro narrarmi.
Sempre rimango fedele a me stesso,
cambio e rimango crudele e dimesso.
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L'ARIA (la primavera)
Quante le tracce che tagliano l’aria,
tanti i sorrisi, le piume, i colori
di questo giorno che muore sereno.
Sono tranquilla, distesa e bonaria,
sulla panchina sospesa tra odori
che danno al sogno un respiro terreno.
Sento la vita che bagna la mente
mostrando piano il suo volto ridente.
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L'ORAFO
Voglio dire la luce che sprigiona
questo metallo, voglio raccontare
piano il respiro di questo universo.
La materia che è viva si abbandona
alla mia vista, quieta, a sussurrare
il suo donarsi ogni volta diverso.
Aspetto e ascolto, quasi fossi perso
nei sogni, perso in un mondo sommerso.