----- l'uomo che danza con la sua memoria: scheda -----
SINOSSI
Un uomo si ritrova nel vuoto: la sua esistenza sembra sospesa nella nebbia dell'assenza di senso. In mezzo a questo vuoto gli appare l'autoritratto del padre morto da tempo: in quel ritratto egli sente una forza non compresa ma vitale: da quel punto, dalla sua analisi, dal sentire che ne deriva (dalla forza che quel ritratto propaga) il protagonista inizia piano a rimettersi in gioco, a rimettersi in rapporto con il mondo.
La memoria piano sgorga. Non e' memoria nel senso di registrazione del passato, ma quel risultato di passato ricombinato dal cervello che noi chiamiamo memoria:
la memoria e' interpretazione del proprio passato esattamente come un autoritratto e' un'interpretazione dei propri tratti fisici. Il vuoto, in cui l'uomo si trovava, comincia piano a popolarsi: il mondo riprendere ad avere un senso non perche' questo senso ci sia, ma perche' l'universo (citando Saramago) viene dipinto sulle pareti della stanza in cui ci troviamo ad esistere.
E' la danza, della mente e del corpo del protagonista, a creare il mondo come nelle genesi mitologiche. Poi il personaggio si ferma nella sua creazione e capisce che quella e' solamente una delle possibili creazioni del suo mondo. Interrompe la sua genesi privata per cancellare ogni cosa e per ricominciare a creare il proprio se'.
STRUTTURA
La struttura del poema e' composta da cerchi paralleli di poesie.
A differenza di tutti gli altri poemi dell'opera "4uomini", "l'uomo che danza con la sua memoria" non ha una struttura di inizio e fine: il sistema e' chiuso in un loop infinito di vuoto - creazione - cancellazione.
L'opera quindi continua all'infinito fino a quando il fruitore decide di ritornare al menu. Ogni ciclo e' pero' diverso in quanto il
sistema generativo dell'opera sceglie una scena tra quelle due o tre possibili per ogni passaggio.
Un singolo ciclo e' formato da 12 scene. Le sequenze possibili, in un singolo ciclo, sono 104,976.
METRICA
La metrica utilizzata e' una variazione della sestina lirica che si estende e si chiude esattamente con il ciclo complessivo dell'opera.
Ogni poesia e' composta da 12 versi.
Le poesie poste allo stesso livello dei cerchi concentrici hanno le stesse parole-rima rendendo il sistema compatibile, anche a livello metrico, in qualsiasi sua combinazione generativa.
AUDIO
La traccia audio e' un unico flusso continuo che parte ed arriva ad un suono "nebbioso" (un ritmico fischio che ricorda un po' le onde del mare e un po' una sirena nella nebbia). In mezzo, nella parte legata alla creazione del se' attraverso la danza del cervello e del corpo, e' presente un crescendo di musica che ha il suo massimo al centro della danza.
La musica e' "Oh sole mio" cantata da Caruso e viene combinata, con aggiunte successive, con tempi diversi.
VIDEO
Il video e' una sequenza continua che combina due elementi: un uomo su sfondo bianco che dall'immobilita' scivola lentamente verso una danza sfrenata (ma sempre sul posto e "dolce", circolare) e uno sfondo che viene mescolato all'uomo. Lo sfondo e' prima una nebbia indistinta, poi l'autoritratto del padre (prima fisso e poi esplorato con la telecamera) e infine un ambiente industriale abbandonato: luminoso ma distrutto e spoglio.
L'ambiente industriale, con il passare delle scene, diventa sempre piu' ricoperto di grandi quadri colorati, poster che indicano la realta' creata, la realta' nei suoi aspetti sia belli che brutti.
I quadri sono presenti anche in un altro DVD video generativo intitolato "disegni dinamici".
Nell'ultima scena, a questa danza e a questa telecamera che esplora un mondo ricoperto di immagini mentali, si aggiunge di nuovo il ritratto del padre. Quindi si ritorna alla nebbia.
Il ricoprirsi dell'ambiente, spoglio e abbandonato, con dipinti che sono scene astratte del vivere, si ricollega alla frase gia' citata di Jose' Saramago (da "Storia dell'assedio di Lisbona"): "viviamo chiusi in una stanza e dipingiamo il mondo e l'universo sulle pareti".
Per vedere esempi dell'opera, torna alla
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