(set: $tempo to 6)(set: $lattina to false)(set: $orso to false)(set: $specchio to false)(set: $mamma to false)
''OCRAM''
una storia-gioco
di
Roberto Gilli
(link:"https://robertogilli.it")[(gotoURL:"https://robertogilli.it")]
maggio 2021 - versione 2.0
[[entra|prologo]]Tempo: (print: $tempo)
Hai con te: (if: $orso is true)[l'orsetto Gigi |](if: $lattina is true)[una lattina di birra vuota |](if: $specchio is true)[uno specchio |](if: $mamma is true)[la Mamma |](if: ($orso is false) and ($lattina is false) and ($specchio is false) and ($mamma is false))[ nulla. ]
<hr>Non è più la mia mamma. La mamma una volta mi dava i bacini e mi faceva i biscotti. Adesso piange e hai dei segni blu sul viso. Sembra la mamma ma non è la mia mamma.
Mi ricordo una cosa però. Una volta la mamma mi disse che se non la trovavo più, potevo andare in soffitta e che sotto una coperta rossa l’avrei ritrovata. E allora ho deciso di rimanere sveglio e di andare questa notte a cercarla.
Ecco, adesso dormono tutti.
Fa buio ma riesco a salire le scale senza accendere la pila. Entro piano piano in soffitta. Qui è tutto nero. Wilma mi diceva che nel buio ci sono i mostri ma io non ci credo. Rimango fermo dietro la porta per mostrare che non ho più paura come i bambini. Poi accendo la pila. Adesso però questo posto fa ancora più paura con tutti gli scatoloni e la polvere. Devo cercare la coperta rossa. Zitto zitto, meglio non toccare niente. Ecco la coperta! Mi avvicino. Copre qualcosa di un po' più grande di me.
[[Allungo la mano e la tiro.|inizio]](display:"stato")
È uno specchio! Mi vedo tenere la pila. Però non sono proprio io. Prima, mentre mi lavavo i denti, non avevo quel livido sul collo. E poi lui mi sorride e agita la mano per salutarmi. Da lui c’è giorno, non notte.
«!oaiC» mi dice.
Parla strano ma un po' lo capisco.
«Chi sei?»
«!oim ocima onam al immaD .oderc illetarf omais et e oi ,ocraM onoS»
Gli do la mano e lui la prende e mi tira forte mentre salta in avanti. E così mi ritrovo dall’altra parte e lui dalla mia parte.
«!orteidni eranrot oilgov ehc onam al immadiR !ocima oim ies noN» gli urlo ma lui ride e mi mostra la lingua e scappa.
Provo a rientrare nello specchio ma entrano solo le braccia. Mi viene da piangere. Però penso che forse qui c’è Mamma e così mi faccio forza. Mi ricordo tutto ma quest’aria mi confonde come quando avevo bevuto il vino di nascosto la cena di Natale: devo fare presto.
(display:"link")<hr>
(if: $tempo is 0)[(goto:"fine")](else:)[Dove vado adesso?
In [[cucina da mamma|cucina]],
in [[soggiorno da papà|soggiorno]],
in [[camera mia|cameretta]],
in [[bagno|bagno]],
nello [[studio|studio]],
in [[camera di Mamma e Papà|camera da letto]],
in [[giardino|giardino]],
in [[soffitta|soffitta]].]
<hr>(set: $tempo to $tempo-1)(display:"stato")(if: $specchio is true)[ Entro in cucina dove la mamma sta preparando il pranzo.
«!otseuq omeresU !attiffos alled oihcceps ol eranoiznuf raf emoc otipac oH !adraug ammaM» le dico agitando lo specchio.
«?oim eroma oihcceps olleuq eranoiznuf raf iouv éhcreP» dice interrompendo il suo lavoro e abbassandosi per guardarmi negli occhi.
Mamma è bella anche in questo posto triste.
«!em id itradif ived am oruig ol eT !eroilgim otsop nu ni omerdnA» le dico.
«.oim oroseT eradna evod eroilgim otsop nu è'c noN»
«!ogerp iT !icsipac non es ehcna imrederc iveD !è'c ìS» le dico stringendole la mano.
Lei ci pensa un secondo, poi si alza e spegne i fuochi sotto le pentole.
«.eraf iouv asoc immiD .oderc iT !eneb aV» dice tendendomi la mano.
(link: "Vuoi prendere la mano di mamma?")[(set: $mamma to true)Prendo la mano di Mamma.]](else:)[Entro in cucina e c’è Mamma che cucina il pranzo. È triste e la pelle ha dei lividi scuri. Corro da lei e le prendo la veste.
«!eneb omaits evod asac allen eranrot e oihcceps ol ertlo erassapir omaissoP !attiffos ni em noc ineiV !otturb è iuQ !iuq ad aiv eradna omaibbod ammaM» le dico con gli occhi pieni di lacrime.
Mamma mi guarda stupita e poi torna a cucinare.
«.onussen ùip è'c non etrap artla'llad osseda am anosrep al erettelfir eved eranoiznuf reP .ùip anoiznuf non oihcceps ol iop E .eroma eradna evod otsop nu è'c noN» mi dice triste e continua a cucinare.]
(display:"link")(set: $tempo to $tempo-1)(display:"stato")(if: $mamma is true)[Entriamo in soggiorno dove papà sta guardando la televisione. Lui ci guarda stupito.
«.etepmor non ,atinif arocna è non atitrap aL ?etelov asoC»
«.ùip iam itredevir non id orepS .àpaP orev lad asac arev artson allen omainrotir ioN» dici guardandolo negli occhi.
Il papà si alza e viene verso di voi. Ha la faccia tutta rossa.
«.erdap out erattepsir a ongesni it ossedA ?àpap orev out li oi onos noN ?otteznorts otturb icid ozzac ehC»
La Mamma si mette tra di noi e riceve un forte schiaffo che la fa quasi cadere a terra.
«?esoc etseuq ingesni ilg ehc ut ieS !etneicifed ozzem ni itrettem noN» dice mio padre mentre lei si rimette in piedi piangendo e con la mano mi segna di andare via.
Cosa fai? [[Difendi la mamma|difendo mamma]]? O [[vai via|lascia mamma]]?](else:)[Entro in soggiorno e c’è Papà che guarda la televisione bevendo una lattina di birra. Ha il volto gonfio, non è il mio vero Papà anche se gli assomiglia. Non mi avvicino perché mi fa paura.
«.éhcrep os oi e anarts è ammam aL ?eratuia ioup im àpaP» gli dico.
Lui non mi guarda nemmeno e dice qualcosa sulla partita che sta guardando. Quando lo chiamo di nuovo lui si gira e mi tira la lattina di birra per fortuna senza prendermi.
«!asoclauq id ongosib iah es erdam aut id amecs alleuq noc eralrap a iaV ?atitrap al odnadraug ots ehc idev noN !ellap el erepmor noN» mi urla.
(link: "Vuoi prendere la lattina?")[(set: $lattina to true)Prendo la lattina.]
(display:"link")](set: $tempo to $tempo-1)(display:"stato")(if: $orso is true)[Entro nella mia camera ma è brutta. C’è molta polvere e tutto è troppo in disordine. Deve essere triste vivere in una stanza che la mamma non cura. Stringo l'orsetto Gigi e osservo gli altri giochi. Ma non è tempo adesso per giocare.](else:)[Entro nella mia camera ma è brutta. C’è molta polvere e tutto è troppo in disordine. Deve essere triste vivere in una stanza che la mamma non cura. Forse potrei prendere Gigi l’orsetto per richiamare Ocram verso lo specchio ma poi penso che una copia di Gigi c’è anche nella mia camera vera anche se quel Gigi è mio.
(link: "Vuoi prendere l'orsetto?")[(set: $orso to true)Prendo l'orsetto.]]
(display:"link")(set: $tempo to $tempo-1)(display:"stato")(if: $specchio is true)[Entro in bagno e faccio pipì. Il gabinetto è sporco. Mentre mi lavo le mani osservo i trucchi e il pettine di mamma. Devo fare presto.](else:)[Entro in bagno. Avrei voglia di fare pipì ma è meglio non perdere tempo. Mi guardo in giro. Salgo sul mio sgabello come quando mi lavo i denti: non ho ancora i lividi di Ocram per fortuna. Qui mi specchio: di fronte a me vedo me stesso. Sul tavolino vicino al lavabo ci sono i trucchi di mamma e uno specchio che posso portar via.
(link: "Vuoi prendere lo specchio?")[(set: $specchio to true)Prendo lo specchio.]]
(display:"link")(set: $tempo to $tempo-1)(display:"stato")Entro nella camera da letto di mamma e papà. Il lettone dove volevo sempre dormire quando ero più piccolo è sfatto e ci sono vestiti sporchi sul pavimento. C’è anche un po' puzza di chiuso e di sigaretta. Su un lato dell’armadio c’è un grande specchio dove mi posso vedere dalla testa ai piedi. È grande come quello in soffitta. Muovo le braccia per vedere se anche nello specchio fa la stessa cosa. Sì, è uno specchio normale. Con uno specchio nelle mani potrei forse far funzionare quello su in soffitta, in fondo le braccia entravano nella mia vera soffitta. Ma dove lo trovo uno specchio che posso prendere?
(display:"link")(set: $tempo to $tempo-1)(display:"stato")Esco in giardino. C’è la mia bici buttata per terra e ha le gomme sgonfie. Papà non l’ha riparata come a fatto nella mia vera casa. Anche il giardino è brutto e sporco.
«?emeissa omaihcoig ehc iouV ?iaf asoC !otnot ihE» mi grida Wilma dal giardino vicino.
«!oihcceps ollen etturb esoc onos ic òreP !oiub len irtsom i onos ic non e avorp anu ottaf oh ehc adrauG» le rispondo salutandola.
Lei mi guarda stupita ma non ho tempo per spiegarle meglio, così ritorno subito dentro.
(display:"link")(set: $tempo to $tempo-1)(display:"stato")(if: $mamma is true)[Io e la mamma entriamo in soffitta e raggiungiamo lo specchio. Lo specchio non ci riflette ma faccio passare dall’altra parte la mano con lo specchio piccolo e lo oriento verso di noi. Adesso ci vediamo nello specchio!
«!3 e 2 ,1 !etrap artla'llad emeissa omaitlas ossedA !ammaM» e saltiamo!
Qui c’è buio ma la pila è ancora a terra e fa un po' di luce. Vediamo l’altra mamma e l’altro bimbo dall’altra parte dello specchio. Ci guardano stupiti e non sanno cosa fare.
«!asac artsov allen orttauq e ittut erats omaissoP !ogerp it auq id icraicsal noN» urla l’altro me, mentre cerca di trascinare sua madre verso lo specchio.
Ma Mamma scuote la testa e si ricorda di tutto. Prende lo slittino appoggiato vicino alla pila e lo lancia contro lo specchio. Lo specchio va in frantumi e non vedo più le nostre copie. Sentiamo dei passi che corrono su per le scale. È Papà che ci guarda stupiti.
«Tutto bene? Cosa ci fate qui a quest’ora?» chiede Papà.
«Tutto bene!» dice la Mamma sorridendo e baciandomi forte.
Papà ci guarda senza capire ma poi sorride e viene ad abbracciarci.
Stiamo per un po' così, tutti e tre abbracciati alla luce della pila.
<hr>
''FINE''
](elseif: $specchio is true)[Entro in soffitta e raggiungo lo specchio. Nello specchio non vedo nessun mio riflesso ma faccio passare dall’altra parte la mano con lo specchio piccolo e lo oriento verso di me. Ecco che mi vedo dall’altra parte! Mi spingo in avanti e supero la barriera dello specchio. Di qua è notte ma la mia pila a terra fa ancora luce e vedo dall’altra parte l’altro me stesso.
«!atturb è asac aim aL !odnom out len eranrot immaF !onam al immaD ?ottaf iah emoC» dice correndo verso lo specchio e facendo attraversare le mani per cercare di prendermi.
Ma io faccio un passo indietro e lo guardo.
«Mi spiace ma non voglio vivere dove vivi tu», gli dico.
«!ogerp it iuq imraicsal noN !ìl è ammam arev aim aL» mi dice piangendo.
Prendo lo slittino lo lancio contro lo specchio. Lo specchio si frantuma in mille pezzi e lui scompare. E poi piango perché la mamma è rimasta di là. Sento dei passi e arriva Papà che mi guarda e mi prende in braccio.
«Va tutto bene tesoro? Cosa ci fai qui a quest’ora?» mi chiede stringendomi.
«Sì, va tutto bene», dico.
Arriva anche la mamma che ci guarda per un attimo e poi ci abbraccia.
<hr>
''FINE''
](elseif: $orso is true)[Entro in soffitta e raggiungo lo specchio stringendo il mio orso Gigi. Nello specchio non vedo nessun riflesso. Faccio passare la mano con Gigi dall’altra parte e urlo.
«!olrednerp a ineiV !otatrop oh'l eT ?osro out li iouV !marcO ihE»
Aspetto un poco ma non viene nessuno. Forse l’altro me si accontenta del mio orso e non gli interessa questo Gigi. Tento di attraversare lo specchio ma lui respinge il mio corpo. Mi viene da piangere ma resisto perché non sono più un bambino.
(display:"link")](elseif: $lattina is true)[Entro in soffitta e raggiungo lo specchio stringendo la lattina. Nello specchio non vedo nessun mio riflesso. Lancio la lattina contro lo specchio con tutta la forza che ho. La lattina rimbalza e cade per terra. Tento di attraversare lo specchio ma lui respinge il mio corpo.
(display:"link")](else:)[La luce degli abbaini illumina la grande soffitta piena di scatoloni e cose abbandonate. Provo a entrare nello specchio ma entrano solamente le braccia e le gambe, il corpo e la testa si fermano sullo specchio come se fosse di gomma. Ci salto dentro ma rimbalzo e cado per terra.
(display:"link")](set: $tempo to $tempo-1)(display:"stato")Entro nello studio che è pieno di libri e che mi piace tanto. C’è polvere e la scrivania è piena di vecchi giornali e riviste. Vado nel ripiano dei miei libri e sfoglio “òvort iv ecilA ehc leuq e oihcceps ol osrevarttA”. Però qui Alice riesce ad andare nello specchio mentre io non ci passavo più se non c’ero io dall’altra parte. Le braccia e le mani però ci passavano. Forse potrei portare qualcosa dall’altra parte.
(display:"link")Mille farfalline mi volano nella testa. Tutto gira veloce veloce e mi sembra di essere su una giostra. Poi tutto si ferma e sento che sto per vomitare. Ricordo che stavo cercando di fare qualcosa ma non ricordo bene cosa fosse. Forse non è importante, forse era un gioco.
«Sono Ocram e questa è la mia casa», dico a me stesso per chiarirmi le idee.
<hr>
[[Vuoi ricominciare?|Start]]Corro contro Papà ma lui mi dà uno schiaffo che mi fa finire per terra. La guancia e la testa fanno male. Sento Mamma che urla qualcosa lanciandosi verso Papà ma poi sento un colpo e lei cade vicino a me. Mi abbraccia per difendermi ma sento i passi di Papà che torna alla televisione.
«.ellap el onapmor inoilgoc eud itseuq ehc aznes ecap ni atitrap anu eradraug onemmen òup is noN» lo sento dire a bassa voce.
[[Piango stringendo la mamma. Anche lei piange.|fine]](set: $mamma to false)(display:"link")