''DOPO CENA''
una storia-gioco
di
Roberto Gilli
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maggio 2021 - versione 2.0
[[entra|1]]{
<!-- Set autosave variables -->
(set: $_tap_version to "1.1")
(set: $_tap_autosave_slot to "autosave")
(set: $_tap_autosave_filename to "save v"+$_tap_version)
(set: $_tap_start_passage to "Start")
}
{
<!-- Resume if saved, otherwise start new game -->
(if: (saved-games:) contains $_tap_autosave_slot and (datavalues: (saved-games:)) contains $_tap_autosave_filename)[(load-game: $_tap_autosave_slot)](else:)[(goto: $_tap_start_passage)]
}
{
<!-- Clear autosave slot which, thus starting new game -->
(save-game: $_tap_autosave_slot, "not-a-real-save")
(reload:)
}{
<!-- Runs this code for every passage -->
(unless: (passage:)'s tags contains "nosave")[
(save-game: $_tap_autosave_slot, $_tap_autosave_filename)
]
}LGL corti 2021
Un po' meno di otto pagine word.
Una lei che prima era un lui. Un amore che vuole cambiare genere. La protagonista deve decidere.
Il gioco del racconto è non scoprire il genere della protagonista, far credere al lettore che sia un lui: la seconda persona aiuta, ma devo stare attento agli aggettivi.
E mi piace esplorare la scrittura dei dialoghi: un librogioco fatto principalmente di dialoghi.
I “due mondi”, il tema del concorso, sono i generi maschile e femminile.
Le sue spalle si abbassano e il corpo si incurva leggermente mentre espira. Non alza lo sguardo e le sue parole escono quasi sussurrate, quasi stesse parlando a sé stessa.
«Non cambierebbe nulla lo sai. È troppo tardi, troppo tardi per qualsiasi giochetto.»
«Perché dici questo? Abbiamo ancora una vita davanti se lo vogliamo.»
«Una vita l’abbiamo certo ma al singolare, non assieme.»
Senti la stanchezza calarti addosso, non hai forze. Ed hai bevuto troppo e al lavoro è stata una giornata dura.
«Perché discutiamo sempre quando è tardi e l’unica cosa che vorrei è dormire o guardarmi una serie stupida su Netflix?» pensi versandoti un altro po' di vino nel calice.
La guardi. La persona che hai amato è lì di fronte a te ed è cambiata. Quello che devi decidere è se questo cambiamento lo puoi accettare oppure no.
[[«Forse hai ragione ma non mi importa della vita, mi importa di adesso, di questa notte. Non dobbiamo decidere tutto ora.»|4]]
[[«Vuoi veramente che vada? Non vuoi che stia qui con te?»|5]]
Sorride e alza gli occhi guardandoti. Ma gli occhi non stanno sorridendo. Rimane per qualche secondo in silenzio e poi la sua voce esce fredda, quasi senza muovere le labbra colorate di un intenso rosso ciliegia.
«Non sono io che mi chiudo alla realtà. Sei tu che devi ancora fare i conti con me e con quello che vuoi.»
«Io so quello che voglio.»
«Lo credi veramente?»
Sai che ha ragione anche se non vuoi ammetterlo.
[[«Le cose sono cambiate troppo velocemente, ho bisogno di tempo.»|4]]
[[«Per te è facile.»|6]]
«Dovremmo aver già deciso tutto. Non è successo all’improvviso, non nasconderti dietro questa scusa.»
«Sì, lo so che ne parliamo da tanto», dici abbassando gli occhi.
«Ne parliamo da sempre.»
Aspetti qualche secondo per cercare le parole. Avresti voglia di una sigaretta ma stai cercando di smettere e lei non fuma da qualche mese. Potresti andare a frugare in qualche giacca o zaino ma non è il momento. Né vuoi che lei ti veda fumare.
[[«È vero, ne parliamo da sempre ma una cosa è parlarne e una cosa è trovarsi di fronte alla situazione reale.»|7]]
[[«Tu ne parli da sempre, io ti ascoltavo e basta.»|8]]
Lei ti guarda e noti che i suoi occhi si riempiono di lacrime.
«Certo che voglio che tu rimanga.»
Abbassa lo sguardo e si versa lentamente dell’altro vino. Poi continua a parlare senza guardarti.
«Però voglio vicino a me una persona che mi ama, non una persona che ha dei dubbi.»
«Anch’io ti amo ma ho bisogno di tempo», dici tendendo la mano verso la sua mano.
«E tutto quello che mi dicevi all’ospedale era falso?»
[[«Scusami, credevo fosse più facile per me accettarlo.»|7]]
[[«Tu sei sempre molto decisa, per te tutto è facile.»|6]]
«Per me è facile?» dice quasi urlando, «hai una minima idea di quello che ho passato?»
«E quello che sto passando io, te lo sei mai chiesta?»
Rimanete zitti per qualche secondo. Ti sembra che ogni parola vi allontani. Avresti voglia di stringerla tra le braccia e stare in silenzio, fuori da questa cucina. Fuori da questa casa dove i ricordi ti complicano il presente.
[[«Ho bisogno di stare in silenzio, senza nessuno intorno.»|9]]
[[«Non possiamo stare per un po' in silenzio?»|10]]
«Cosa c’è di difficile?»
Pensi con calma le parole per risponderle. Cerchi le parole che spieghino a lei ma soprattutto a te quello che che senti.
«Credevo che non fosse importante, che il nostro amore fosse più grande di quello che è successo.»
«Il mio lo è.»
«Anche il mio amore lo è ma… », ti fermi per un secondo.
«Ma? Non credo che il vero amore abbia il “ma” nel suo vocabolario.»
«Questa cosa l’ho sempre vista come esterna a me, ma adesso ho scoperto che non basta voler essere diversi, che non si cambia dentro semplicemente volendolo.»
Lei sospira e sembra non avere più forze. Lei, che hai sempre creduto infaticabile e indistruttibile.
«Non ti sto chiedendo di cambiare», dice infine.
[[«Certo che mi stai chiedendo di cambiare, mi costringi a cambiare e questo non mi piace.»|9]]
[[«Devo per forza cambiare e non è facile.»|11]]
«Non so che dire. Se non ne avessi parlato mi accuseresti di non averne parlato. Ne ho parlato e mi accusi di non averti ascoltato. Che cosa dovrei fare? Che cosa avrei dovuto fare?»
Rimani in silenzio. Sai che ha ragione ma sai anche che per te non c’è stata scelta possibile, che non hai potuto fare altro che accettare. Ora hai una possibile scelta: andartene, lasciarla. Non è quello che vorresti ma almeno ti farebbe sentire di controllare la tua vita.
[[«Voglio controllare la mia vita e non subire le tue decisioni.»|9]]
[[«È difficile, mi sembra di avere di fronte un’altra persona.»|11]]
«Va bene, vattene allora.»
«Ci vediamo domani?»
«Domani sarà molto impegnata.»
Ti alzi e lasci la cucina. Prendi la giacca e lo zaino e ti avvii verso la porta. Quando senti il freddo della maniglia nel palmo della mano ti fermi per qualche secondo. Forse speri che lei ti chiami o che almeno venga in corridoio a salutarti. Ma non senti rumori. Apri la porta ed esci.
Fuori l’aria è fredda e limpida. Passi qualche secondo ad inspirare ed espirare ma la tensione alla pancia non svanisce.
Non è così che doveva andare, non è così che avresti voluto essere. Ti dirigi verso la macchina ma sai già che stare a casa in solitudine non ti farà stare meglio.
<hr>
[[Vuoi ricominciare?|Start]]Rimanete in silenzio. Cerchi di rilassare la tensione e di lasciare che le cose tornino come devono essere: due persone che si amano una di fronte all’altra dopo aver cenato. Anche il tuo amore si rilassa un pochino. È stato un periodo duro per lei, prima i farmaci e poi l’ospedale ma adesso sta bene: vedi che dentro è finalmente serena, in pace.
[[«Andiamo a dormire?»|13]]
[[«Sei felice?»|14]]
«Amore sono sempre io! Perché adesso hai tutti questi dubbi?»
«Sei tu ma sei diversa. Non è che stiamo parlando di pettinatura o del colore dei capelli.»
«Certo, ma siamo sempre noi due», dice portando le mani al petto.
«Prima eravamo una coppia normale.»
Ti rendi conto che hai usato le parole sbagliate ma oramai è tardi. Lei ti guarda e vedi le sue guance arrossarsi di rabbia però si trattiene e non dice nulla.
«Vuoi dire che non sono normale? Che sono un mostro o che sono malata?» dice guardandoti negli occhi.
[[«Non sei un mostro ma sicuramente non sei normale.»|12]]
[[«Ho usato le parole sbagliate, scusa.»|10]]
«Non pensavo che tu fossi così. Mi hai delusa.»
Nei suoi occhi vedi mescolarsi dolore e odio. Rimani in silenzio ma non riesci a trovare le parole per farle capire quello che provi.
«Vattene.» ti dice senza quasi muovere le labbra.
«Aspetta, è importante che ci capiamo. Fammi spiegare.»
«Ho capito fin troppo. Vattene.»
Ti alzi e prendi la giacca e lo zaino. Esci dall’appartamento con il dolore nel cuore.
«È finita, ho sbagliato tutto. Ho abbandonato il mio amore proprio quando stava cominciando la vita che aveva sempre desiderato», pensi scendendo le scale.
Senti il dolore avvolgerti il petto mentre raggiungi piano l’automobile.
<hr>
[[Vuoi ricominciare?|Start]]«Sì, andiamo a dormire, siamo tutte e due troppo nervose e stanche.»
«Hai ragione, credo che potremo continuare a parlare domani», dici mentre lei si alza.
Ti passa vicino per andare al bagno e ti dà un lieve bacio sulla testa. La senti prepararsi per la notte. Bevi un ultimo goccio di vino e vai al bagno appena il tuo amore lo ha liberato. Ti infili nel letto vicino a lei e ti giri per farti abbracciare da dietro come fate sempre. Dopo qualche minuto senti il suo respiro addormentato. È strano sentire un corpo di donna ma è la persona che ami e va bene così. Domani sarai più lucida e forse capirai meglio quello che ti sta succedendo dentro. Domani riuscirai a parlarle con più gentilezza e tutto si metterà a posto.
«Domani, sì», pensi mentre anche tu sprofondi nel sonno.
<hr>
[[Vuoi ricominciare?|Start]]Ti guarda e sorride.
«Sì, sono felice. Mi sembra che tutto si sia messo a posto.»
Lei ti prende la mano e te la accarezza.
«E tu, amore mio, sei felice?» sussurra continuando a stringerti la mano.
È impossibile, ma ti sembra che le sue dita siano diventate più affusolate. Non sono forti come un tempo ma più gentili e delicate.
«Sono confusa ma sono felice per te, per noi», dici piano mentri senti che i tuoi muscoli si rilassano, «è strano ma vederti qui a casa dopo l’operazione mi ha sconvolto.»
«In ospedale era diverso?»
«Lo so che è assurdo ma era diverso, solo qui mi sono resa conto che il mio amore non era più un maschio e che ero diventata una lesbica.»
«Cambia poi tanto?»
«No, adesso lo capisco. Non cambia proprio niente del mio amore», dici sorridendo mentre tutte le nebbie della mente svaniscono all’improvviso.
«Maschi e femmine non sono due mondi lontani e separati», dice sorridendo, «lo so che detto da me è buffo.»
«Non è buffo mia cara Tiresia», dici alzandoti e andando a baciarla, «e adesso andiamo a far nanne, voglio mescolare i miei sogni con i tuoi.»
«Sì andiamo amore, è tardi e domani ci aspetta un bel giorno da passare assieme.»
<hr>
[[Vuoi ricominciare?|Start]]«Se questo è quello che pensi di me puoi andartene», dice guardandoti con astio.
Abbassa gli occhi sulle mani che tengono il bicchiere di vino. L’orologio sulla parete di fronte a te segna le 11:30. Nel silenzio che vi avvolge puoi sentire il lieve ticchettio della lancetta dei secondi. La luce illumina la cucina in modo impietoso. Hai la pancia e la gola contratta e il tuo cervello cerca una risposta che sia significativa per lei ma soprattutto per te.
[[«Non voglio andarmene. Voglio stare con te questa notte.»|2]]
[[«Chiuderti a riccio non serve a niente.»|3]]